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La storia di Porta Palazzo. I suoi edifici, il suo mercato

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Data: Giovedì 1 Settembre 2016 00:00

Porta Palazzo appartiene al centro storico della città, ma conserva alcuni tratti caratteristici (forma urbana, storia, popolazione insediata, attività economiche) che la connotano come quartiere “popolare” a tutti gli effetti, con una forte identità e un forte senso di appartenenza.

Porta Palazzo però non è un “quartiere” dal punto di vista amministrativo, ma è un’area percepita in modo unitario grazie ad un fenomeno di fondamentale importanza cittadina: il mercato di Piazza della Repubblica. Dal punto di vista urbanistico, la storia di quest’area è profondamente complessa, differente ed eterogenea.

Porta Palazzo deve il suo nome ad una delle porte della città, l’antica Postierla San Michele, che collegava i borghi suburbani con il mercato di Piazza delle Erbe, l’attuale Piazza Palazzo di Città. Nel corso dei secoli la postierla venne sostituita da una porta in muratura, e nel XVII sec. subentrò definitivamente alle Porte Palatine quale accesso principale settentrionale.

Il Re Vittorio Amedeo II, desideroso di dare di Torino l’immagine di moderna capitale settecentesca, promosse una serie di interventi sulle porte di accesso alla città, che assunsero, oltre al tradizionale ruolo difensivo, una nuova veste di rappresentanza.

I lavori iniziarono nel 1699 e nel 1701 venne inaugurata la Porta Palazzo.

Il primo impianto dell’attuale piazza della Repubblica nasce però all’interno della riforma urbanistica della cosiddetta “città vecchia” con il progetto dell’Architetto Filippo Juvarra.

Con la costruzione della piazza avvenne di fatto la saldatura fra la città e il Borgo Dora. L’area detta attualmente "Balon", era in origine una zona campestre abitata, in epoca romana, da agricoltori. Nel medioevo la zona diventò territorio amministrativo della città, popolandosi di cascinali, mulini ed orti, dapprima, e di alcuni primordiali nuclei industriali, attorno al 1500. I numerosi canali tratti dalla Dora divennero fonte di preziosa energia per piccoli opifici e per una Polveriera. All’inizio del XXIX secolo Borgo Dora si presentava, quindi, come un’area viva e florida della città.

In seguito, durante il periodo di dominazione napoleonica, nell’800, con il progetto di smantellamento delle fortificazioni cittadine la Porta Palazzo venne abbattuta. Il dibattito apertosi sul ridisegno urbanistico della piazza e la nuova espansione settentrionale della città si concluse nel 1817, con il progetto di G. Lombardi di una grande piazza ottagonale intitolato ad Emanuele Filiberto, l’attuale piazza della Repubblica, a coronamento dell’esedra juvarriana.

Vari sono stati dall’800 ad oggi gli sforzi per abbellire e connotare la piazza e gli interventi sul territorio circostante. Nel 1825 l’arch. Formento elaborò il progetto per la parte meridionale della piazza, in particolare per l’isolato dei macelli, quello attualmente compreso tra la piazza e via Porta Palatina.

La sistemazione definitiva dei contorni della piazza venne risolta intorno al 1830, grazie all’intervento di privati, in concomitanza con l’ampliamento dell’Ospedale Mauriziano ad opera dell’ing. Mosca.

I  mercati a Porta Palazzo si stabilirono definitivamente il 29 agosto 1835, a seguito di un  “Manifesto Vicariale” che proibì, a causa dell’infierire del colera, la vendita sulle piazze Palazzo di Città (piazza delle Erbe) e Corpus Domini e nel 1837 si completò piazza della Repubblica, che prese il nome di piazza Emanuele Filiberto.

In seguito a tale provvedimento, la Città decise la costruzione di tettoie nei due primi quadrati della piazza Emanuele Filiberto per il mercato dei commestibili. Allo stesso tempo si lasciarono le lunghe file di baracche per i mercanti di stoffe, chincaglierie e terraglie.

Per la conservazione delle merci venivano utilizzate le Ghiacciaie, grandi locali nel sottosuolo suddivisi in quattro piani sotto il livello della strada, già esistenti nel 1922, poi demolite e ricostruite nel 1945. A forma elicoidale, degradanti verso il basso, le Ghiacciaie permettevano ai carri di scendere e depositare le merci fra il ghiaccio naturale dei mesi invernali, raccolto nei prati vicini, o trasportato dal Moncenisio durante gli inverni meno rigidi.

Dalla fine dell’800 i mutamenti più significativi dell’area sono stati:

          il completamento di corso Giulio Cesare e, per dare sbocco a questa grossa direttrice, la costruzione del ponte sulla Dora detto ponte Mosca, edificato nel 1823;

          diversi interventi su edifici privati;

          lo sventramento dell’ospedale Mauriziano per far posto alla Galleria Umberto I (1890);

          i bombardamenti della II Guerra Mondiale che distrussero parte degli edifici;

          il definitivo appellativo di piazza della Repubblica nel 1946;

          l’ampliarsi del mercato della piazza fino a diventare il mercato all’aperto più vasto d’Europa;

          la perdita di Borgo Dora del primato pre-industriale (con l’arrivo dell’energia elettrica e lo spostamento delle fabbriche) per trasformarsi nel quartiere degli artigiani, degli antiquari e del mercato delle pulci del sabato.

L’attuale piazza della Repubblica ospita quattro strutture: il mercato II (ittico) e il mercato V (alimentare), edificati nel 1836; il mercato IV, l’elegante struttura metallica detta oggi tettoia dell’Orologio, eretto nel 1916 e il mercato III dell’abbigliamento, costruito nel 1963 e demolito nel 2005 per lasciar spazio alla nuova struttura progettata dall’architetto Massimiliano Fuksas. 

Dal sito

www.comune.torino.it/

 

 

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